Pignoramenti stipendi: quando avvengono? Sospensione e blocco

Tutto quello che c’è da sapere sul pignoramento del quinto dello stipendio e sospensione

Per recuperare un credito in sofferenza, i creditori possono agire per pignorare i beni del debitore. Possono essere pignorati gli stipendi, oltre ai beni mobili e immobili. Il pignoramento può essere eseguito direttamente nei confronti del debitore o presso terzi, nel caso il debitore vanti a sua volta un credito. È ad esempio il caso dello stipendio: è lo stesso debitore-lavoratore a vantare un credito nei confronti del datore di lavoro. Di norma, la quota dello stipendio che può essere pignorata ammonta al venti percento del totale.

Con il pignoramento del quinto dello stipendio, i creditori possono rifarsi di un debito in sofferenza. !uesta pratica contempera le diverse esigenze delle parti in gioco: da un lato, quelle dei creditori, che hanno l’obiettivo di recuperare le somme prestate, maggiorate degli interessi pattuiti; dall’altro, quelli del debitore, che ha l’interesse a ripagare il debito secondo modalità sostenibili rispetto alle esigenze basilari. Per questo motivo, il pignoramento non si estende all’intero stipendio ma solo alla sua quinta parte.

La sospensione e il blocco del pignoramento dello stipendio sono tematiche di grande rilievo, in quanto offrono al debitore la possibilità di ottenere una temporanea sospensione della procedura di pignoramento, a seguito di specifiche condizioni e procedure legali. I recenti aggiornamento al sistema processuale italiano, apportate dalla riforma Cartabia, hanno riformato in parte il meccanismo di funzionamento del pignoramento presso terzi. Gli effetti di questa riforma si estendono anche al quinto dello stipendio. Dopo le modifiche, il creditore ha l’obbligo di notificare al debitore e al terzo pignorato la procedura in atto. La mancata notifica o il mancato deposito di tale avviso nel fascicolo dell’esecuzione rende inefficace il pignoramento. Tale chiarimento ha significative implicazioni sia per i creditori che per i debitori, in quanto stabilisce procedure più chiare e garantisce maggiori tutele per i lavoratori sottoposti a pignoramento dello stipendio.

    pignoramenti stipendi

    Pignoramento stipendio, cosa significa?

    pignoramento stipendioCon il termine “pignoramento” si intende l’espropriazione forzata di un bene del debitore. Per questa azione, il creditore deve prima ottenere una sentenza di condanna o un decreto ingiuntivo: questi sono dei titoli esecutivi, cioè che permettono di fare eseguire un’azione legale nei confronti del patrimonio del debitore.

    Il pignoramento può essere esercitato su beni mobili o immobili e può essere eseguito quando questi sono nella disponibilità del debitore o presso terzi. In particolare, il pignoramento presso terzi può riguardare eventuali crediti che un debitore ha verso terzi. Quando il debito ha per oggetto il pagamento di una somma di denaro, questa somma può essere prelevata dal patrimonio del debitore o ricavata dall’espropriazione e dalla vendita forzata di alcuni suoi beni.

    Il pignoramento è la fase iniziale dell’espropriazione forzata. Con il pignoramento del quinto dello stipendio, l’ufficiale giudiziario ingiunge al debitore e al suo datore di lavoro di astenersi dal sottrarre questa quota all’esecuzione forzata.

    Il caso tipico dello stipendio coinvolge tre soggetti: Tizio, impiegato verso Caio, ha nei suoi confronti un credito per il lavoro prestato. Sempronio, creditore di Tizio, può ottenere il diritto a pignorare una parte del credito che Tizio ha nei confronti di Caio pignorando il quinto dello stipendio.

    Pignoramento del quinto dello stipendio: come funziona

     sospensione pignoramenti stipendiIniziamo col dire che il pignoramento dello stipendio può essere diverso dal quinto di questo. L’articolo 545 del Codice di Procedura Civile stabilisce che al debitore deve essere lasciato un minimo dello stipendio, per mantenere una vita dignitosa e soddisfare le esigenze minime. Di solito, questo minimo è composto dall’ottanta percento dello stipendio. Nel caso il debitore abbia più debiti in essere, il pignoramento può arrivare fino alla metà del suo stipendio.

    Il pignoramento deve poi tenere in considerazione dove si trovino le somme pignorate. Se queste sono ancora sul conto corrente del datore di lavoro, si procede come sopra. Stesso discorso se lo stipendio è accreditato sul conto corrente o conto postale del debitore dopo che è stato comunicato il pignoramento.

    Se invece gli stipendi sono già stati accreditati sul conto corrente o sul conto postale del debitore al momento del pignoramento, questo sarà limitato alla parte che eccede il triplo dell’assegno sociale. In questo caso è necessario considerare agli aggiornamenti dell’assegno sociale.

    Per il calcolo del quinto da pignorare vanno sottratte le tasse. Non sono comprese invece eventuali cessioni del quinto dello stipendio. Per fare un esempio, se su uno stipendio netto di duemila euro è prelevato il quinto dello stipendio per un finanziamento, il pignoramento sarà comunque di quattrocento euro, pari al quinto del totale.

    La procedura di pignoramento del quinto dello stipendio permette ai creditori di trattenere una parte del compenso del debitore direttamente alla fonte, ossia presso il datore di lavoro. Il pignoramento del quinto dello stipendio, in particolare, limita la quota pignorabile a un massimo del 20% della retribuzione netta del lavoratore, garantendo così che una porzione del reddito rimanga intatta per sostenere le necessità vitali del debitore.

    Questa procedura è regolata dall’articolo 543 del Codice di Procedura Civile, secondo il quale, “Il pignoramento di crediti del debitore verso terzi o di cose del debitore che sono in possesso di terzi, si esegue mediante atto notificato al terzo e al debitore a norma degli articoli 137 e seguenti.” L’articolo prosegue definendo il contenuto dell’atto di notifica, nel quale devono essere indicati, tra le altre cose, il credito da ripagare; il titolo esecutivo, il documento che permette l’azione di pignoramento; e il precetto, che intima al debitore ad adempiere all’obbligo di versamento entro un termine di dieci giorni.

    Con la riforma Cartabia, per il pignoramento presso terzi è stata introdotta la notifica dell’avviso di iscrizione a ruolo, sia al debitore che al terzo pignorato, come passaggio fondamentale per garantire l’efficacia del pignoramento. Questo significa che il creditore ha l’onere di comunicare tanto al debitore quanto al terzo pignorato la procedura di pignoramento in atto e per consentire al debitore di prendere eventuali misure legali per la sospensione o il blocco del pignoramento stipendi.

    Pignoramenti stipendi: quando scattano e perché

    I pignoramenti degli stipendi scattano quando un creditore ha ottenuto un giudizio legale contro un debitore e ha scelto di eseguire quel giudizio attraverso il pignoramento dello stipendio. Questo può accadere per una serie di motivi, tra cui debiti non pagati, multe o obbligazioni alimentari.

    In particolare, il pignoramento dello stipendio avviene quando un creditore, munito di un titolo esecutivo, come una sentenza o un decreto ingiuntivo, notifica un atto di precetto al debitore, intimandogli di pagare il debito entro un certo termine. Se il debitore non adempie, il creditore può procedere con il pignoramento dello stipendio.

    Il pignoramento dello stipendio è quindi un meccanismo di tutela del creditore, che gli permette di recuperare il suo credito direttamente dallo stipendio del debitore, senza dover attendere che quest’ultimo decida di pagare.

    Sospensione pignoramenti stipendi: come bloccarli

    blocco pignoramenti stipendiIl debitore può fare opposizione al pignoramento dello stipendio e contestare il diritto del creditore a procedere con l’esecuzione forzata. L’articolo 615 del Codice di Procedura Civile permette al debitore di fare opposizione e sospendere l’efficacia del titolo esecutivo. Il Giudice incaricato dell’esecuzione del pignoramento può accettare l’opposizione nel caso rilevi che nella procedura vi siano dei vizi di forma o di sostanza. I primi riguardano la conformità degli atti e delle procedure alle norme legali. I secondi entrano nel merito dell’atto e nel rispetto dei suoi requisiti.

    Il debitore può opporsi all’esecuzione e ottenere una sospensione se non ha ricevuto una notifica del titolo esecutivo o dell’atto di precetto. Il primo è rappresentato dal decreto ingiuntivo o dalla sentenza del giudice, che permettono di eseguire l’espropriazione. Il secondo è la comunicazione al debitore di pagare entro un termine di dieci giorni per evitare l’esecuzione forzata. Il debitore può fare opposizione anche nel caso in cui l’esecuzione non sia stata eseguita entro un termine di 90 giorni dalla notifica dell’atto di precetto.

    Come detto, la recente riforma Cartabia prevede l’obbligo per il creditore di notificare al debitore e al terzo pignorato la procedura in atto. La mancata notifica o il mancato deposito di tale avviso nel fascicolo dell’esecuzione rende inefficace il pignoramento.

    Il debitore che paghi prima della notifica del pignoramento può fare opposizione. Questo sia se il pagamento è effettuato per intero o solo per una quota del debito. altri casi di opposizione sono quelli nei quali vi sia stato un errore nel calcolo della somma da pignorare o che nel frattempo sia intervenuta la prescrizione del diritto di credito.

    Il giudice può provvedere alla sospensione del pignoramento anche nel caso in cui le parti si accordino per una transazione. Debitore e creditore possono negoziare un pagamento che soddisfi entrambi e bloccare il procedimento. In questo caso, il debitore può presentare al giudice unistanza per la sospensione del pignoramento. Sentite le parti, il giudice può sospendere il pignoramento per una durata non superiore ai 24 mesi entro dieci giorni dalla richiesta. La sospensione può essere attivata una sola volta.

    Con la sospensione in vigore, gli atti esecutivi non possono essere attivati.


    Il pignoramento dello stipendio rappresenta un’importante procedura legale che consente ai creditori di recuperare i crediti in sofferenza direttamente dalla retribuzione del debitore. Tuttavia, la legge italiana prevede specifiche misure di protezione per i lavoratori, limitando la quota pignorabile e offrendo la possibilità di sospensione o blocco del pignoramento in determinate circostanze. Queste salvaguardie sono essenziali per garantire che il debitore possa mantenere un livello di vita dignitoso nonostante le difficoltà finanziarie. La riforma Cartabia ha introdotto significative modifiche al processo di pignoramento presso terzi, mirando a una maggiore trasparenza e tutela dei diritti dei debitori. L’obbligo di notifica dell’avviso di iscrizione a ruolo rappresenta un passo avanti nella direzione di un sistema giuridico più equo, che bilancia efficacemente i diritti dei creditori con quelli dei lavoratori.

    Articolo scritto da: Fabrizio Pagni

      0 commenti

      Lascia un Commento

      Vuoi partecipare alla discussione?
      Sentitevi liberi di contribuire!

      Lascia un commento

      Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *