Svuotare conto corrente prima del pignoramento: come fare?

Scopri se e come è possibile svuotare il conto corrente per evitare il pignoramento

In caso di debiti non pagati, i creditori possono tutelarsi ricorrendo al pignoramento dei beni del debitore. Quando si affronta la possibilità di un pignoramento del conto corrente, è naturale chiedersi se esistono modi per difendersi e proteggere i propri risparmi. Fermo restando il debito da ripagare, il debitore ha l’interesse di tutelare i propri risparmi. Nonostante le leggi siano principalmente a tutela del creditore, esistono alcune strategie legali che possono essere adottate per evitare il pignoramento del conto corrente o, almeno, per renderlo meno immediato e agevole. Svuotare il conto corrente prima del pignoramento può sembrare una soluzione drastica, ma in alcune situazioni potrebbe essere l’unico modo per evitare che i propri risparmi vengano espropriati. È fondamentale, però, agire nel pieno rispetto della legge e, se necessario, consultare un esperto legale per ricevere consigli personalizzati e adottare le migliori strategie difensive.

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    Quando un conto corrente è pignorabile?

    Per capire come svuotare il conto corrente prima del pignoramento, è fondamentale conoscere le condizioni in cui un conto corrente può essere pignorato. In generale, la somma pignorabile sul conto corrente è relativa al credito vantato dal creditore, aumentata della metà. Ad esempio, se si ha un debito di duemila euro, il creditore può pignorare fino a tremila euro. Questa somma aggiuntiva copre le spese giudiziarie sostenute dal creditore per avviare la procedura di pignoramento.

    Esiste un limite inferiore sotto il quale il pignoramento non può avvenire. Le norme stabiliscono che solo le somme eccedenti il triplo dell’assegno sociale possono essere pignorate. Attualmente, l’assegno sociale è pari a 503,27 euro, quindi solo le somme che superano 1.509,81 euro possono essere oggetto di pignoramento. Per intenderci, su un saldo di duemila euro, potrebbe essere pignorati solo 490,19 euro. Questo limite serve a garantire che il debitore disponga sempre di una somma minima per il proprio sostentamento.

    Se il conto corrente è in rosso, ossia presenta un saldo negativo, il pignoramento può riguardare eventuali somme accreditate successivamente, ma solo nella parte eccedente il triplo dell’assegno sociale. In pratica, se il conto è a zero o in negativo al momento del pignoramento, il debitore non subirà immediatamente la sottrazione di denaro. Tuttavia, qualsiasi accredito futuro che superi il limite stabilito potrà essere pignorato.

    Alcuni conti correnti sono protetti dal pignoramento per legge. Non possono essere pignorati i conti alimentati esclusivamente da assegni di accompagnamento per disabili, rendite derivanti da assicurazioni sulla vita e pensioni di invalidità. Questi fondi sono considerati essenziali per il sostentamento del debitore e non possono essere oggetto di espropriazione forzata. Pertanto, se il conto corrente riceve esclusivamente tali tipi di accrediti, esso non è pignorabile.

    Capire quando un conto corrente è pignorabile è il primo passo per proteggere i propri risparmi. Conoscere i limiti legali e le eccezioni può aiutarti a pianificare le migliori strategie per svuotare il conto corrente prima del pignoramento e mettere al sicuro i tuoi fondi.

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    Come evitare il pignoramento del conto corrente 

    Una delle prime strategie per evitare il pignoramento del conto corrente è svuotare il conto prima che arrivi l’atto di pignoramento. Quando il conto viene bloccato, non sarà più possibile disporre delle somme presenti. Per prevenire questo, è possibile trasferire i risparmi su un altro conto intestato a un familiare fidato o aprire un nuovo conto personale. È importante agire tempestivamente, poiché una volta notificato l’atto di pignoramento, le somme sul conto sono bloccate e non possono essere ritirate.

    Un’altra strategia efficace è mantenere il conto corrente a saldo zero. Questo significa trasferire regolarmente i risparmi e gli accrediti, come lo stipendio, su un conto non pignorabile o intestato a un familiare. In questo modo, il pignoramento non troverà fondi da bloccare. È essenziale coordinare attentamente i tempi degli accrediti e dei trasferimenti per evitare che vi siano somme disponibili al momento del pignoramento.

    Conoscere i limiti legali del pignoramento è cruciale per evitare sorprese. Ad esempio, il pignoramento dello stipendio può avvenire solo entro il limite massimo di un quinto dell’importo mensile netto. Inoltre, come menzionato precedentemente, solo le somme eccedenti il triplo dell’assegno sociale possono essere pignorate. Conoscere questi limiti consente di pianificare meglio la gestione delle proprie finanze e adottare misure preventive per proteggere i propri risparmi.

    Infine, consultare un esperto legale specializzato in diritto esecutivo può essere estremamente utile. Un avvocato esperto può offrire consulenza personalizzata e aiutare a valutare le opzioni disponibili per proteggere i propri risparmi. Può anche assistere nella negoziazione con i creditori per trovare soluzioni alternative al pignoramento, come piani di pagamento rateali o accordi stragiudiziali. Un professionista legale può inoltre fornire supporto nella gestione delle procedure legali e assicurarsi che tutte le azioni intraprese siano conformi alla legge.

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    Le ultime novità introdotte dalla legge

    La Riforma Cartabia, entrata in vigore il 22 giugno 2022, ha introdotto significative modifiche alla procedura di pignoramento presso terzi. Una delle principali novità riguarda l’art. 543 del Codice di Procedura Civile (CPC), che ora impone al creditore di notificare al debitore e al terzo l’avviso dell’iscrizione a ruolo e di depositare l’atto notificato nel fascicolo dell’esecuzione entro l’udienza di comparizione. Questa modifica è volta a garantire maggiore trasparenza e comunicazione tra le parti coinvolte nella procedura esecutiva.

    Un’altra modifica importante riguarda l’art. 546 CPC, che disciplina gli obblighi del terzo pignorato. Secondo il nuovo testo, dal giorno in cui gli viene notificato l’atto di pignoramento, il terzo è soggetto agli obblighi che la legge impone al custode relativamente alle somme da lui dovute, nei limiti dell’importo del credito precettato aumentato di specifiche somme. Ad esempio, per crediti fino a 1.100 euro, il limite è aumentato di 1.000 euro, per crediti fino a 3.200 euro, l’aumento è di 1.600 euro, e per crediti superiori a 3.200 euro, l’aumento è della metà del credito.

    La riforma ha inoltre introdotto modifiche significative riguardanti la competenza del foro per i casi in cui il debitore sia una Pubblica Amministrazione. L’art. 26 bis, comma 1 CPC, stabilisce che dal 22 giugno 2022 la competenza per l’esecuzione forzata spetta al giudice del luogo dove ha sede l’ufficio dell’Avvocatura dello Stato nel cui distretto il creditore ha la residenza, il domicilio, la dimora o la sede. Questa disposizione mira a centralizzare le competenze e semplificare le procedure esecutive contro la Pubblica Amministrazione.

    Inoltre, il decreto-legge pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 52 del 2 marzo 2024, che introduce ulteriori disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), ha apportato ulteriori modifiche agli articoli del CPC. Tra le principali, l’introduzione dell’art. 551 bis, che regola l’efficacia del pignoramento di crediti del debitore verso terzi, e modifiche all’art. 553 CPC, riguardante l’assegnazione e vendita dei crediti.

    Queste riforme e decreti mirano a rendere più efficiente la procedura di pignoramento, tutelando al contempo i diritti del debitore e del creditore, e a garantire una maggiore trasparenza e centralizzazione delle competenze giudiziarie.

    Si può pignorare un conto corrente vuoto?

    Il processo di pignoramento di un conto corrente inizia con il creditore che ottiene un titolo esecutivo, come una sentenza o un decreto ingiuntivo. Successivamente, l’atto di pignoramento viene notificato al debitore e alla banca dove è detenuto il conto corrente. La banca, a sua volta, blocca il conto corrente del debitore e comunica l’importo disponibile al creditore. Anche se il conto corrente è vuoto al momento della notifica, il creditore può comunque avviare la procedura di pignoramento in attesa che vi siano futuri accrediti.

    Quando il creditore avvia la procedura di pignoramento, non ha accesso immediato alle informazioni sul saldo del conto corrente del debitore. L’ufficiale giudiziario notifica l’atto di pignoramento alla banca, che deve rispondere entro un determinato periodo informando sul saldo disponibile. Se il conto è vuoto, la banca comunicherà al creditore che non ci sono fondi disponibili al momento del pignoramento. Tuttavia, il conto resterà bloccato fino all’udienza in tribunale, durante la quale il giudice deciderà se assegnare le eventuali somme future accreditate al creditore.

    Anche se un conto corrente è vuoto al momento del pignoramento, è importante gestirlo con attenzione per evitare che eventuali futuri accrediti vengano bloccati. Il debitore dovrebbe evitare di far transitare somme su quel conto fino a quando il pignoramento non viene revocato. Se il conto corrente riceve regolarmente accrediti, come lo stipendio o la pensione, il debitore deve considerare di far accreditare tali somme su un nuovo conto aperto presso un’altra banca. Questa strategia evita che i futuri accrediti vengano bloccati e pignorati.

    In alcuni casi, il giudice potrebbe decidere di mantenere il pignoramento attivo anche su un conto vuoto, soprattutto se è probabile che vi siano futuri accrediti. Pertanto, è essenziale monitorare attentamente lo stato del conto corrente e adottare misure preventive per proteggere i propri fondi. Consultare un avvocato specializzato può offrire ulteriori strategie e consigli su come gestire efficacemente un conto corrente vuoto durante una procedura di pignoramento.


    Svuotare il conto corrente prima del pignoramento può sembrare una soluzione drastica, ma in alcune situazioni è l’unico modo per proteggere i propri risparmi da un’espropriazione forzata. Conoscere le leggi e i limiti legali sul pignoramento, come quelli relativi al triplo dell’assegno sociale o alla protezione di conti alimentati da assegni di accompagnamento per disabili, è essenziale per pianificare una strategia efficace. Le soluzioni legali includono mantenere il conto a saldo zero, trasferire fondi su conti intestati a familiari, e consultare un esperto legale per consigli personalizzati.

    Il pignoramento presso terzi aggiunge un ulteriore livello di complessità, coinvolgendo non solo il debitore e il creditore, ma anche terze parti come banche e datori di lavoro. La recente Riforma Cartabia e le disposizioni del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) hanno introdotto cambiamenti significativi nella procedura, migliorando la trasparenza e l’efficienza del processo.

    Affrontare un pignoramento richiede azioni tempestive e informate. Negoziare con i creditori, presentare opposizioni legali quando appropriato, e gestire attentamente i propri conti correnti sono passi fondamentali per proteggere i propri interessi finanziari. Agire nel pieno rispetto della legge e cercare assistenza legale quando necessario sono azioni essenziali per navigare queste situazioni complesse con competenza e sicurezza.

    Articolo scritto da: Fabrizio Pagni

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